venerdì 27 aprile 2012

Chi mangia questo pane


Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.

In continuità con il Vangelo di ieri, anche oggi il tema è il Pane. Mi piace collocare questo argomento nel 5° raggio, ispirato alla Parola "dacci oggi il nostro pane quotidiano", avente per tema il rapporto con la materialità (il pregare Dio per i bisogni di sopravvivenza, per il lavoro, o per il cibo). Come evidenziato da Ogni raggio non soffre fame, né le sue stelle, l'uomo che confida nell'immenso Amore di Dio non può vivere nell'ansia di essere saziato secondo le sue necessità materiali. Quello che per noi può essere la soluzione alla nostra fame, viene sempre deluso dal ritorno della fame stessa... Quante volte desideriamo avere più soldi, e poi questi finiscono, o non ci soddisfano. Quante volte abbiamo desiderato altre case, altre macchine, altri confort? E' la domanda che pongono gli interlocutori di Gesù, i Giudei che si fermano alla carne. Come spesso capita nel Vangelo di Giovanni, Gesù stupisce gli interlocutori passando da un piano materiale a uno spirituale, mettendo in discussione la logica umana. Qualsiasi cibo si mangi, ritorna la fame. Solo rimanendo in Lui, si vive la grazia di essere "sempre sazi"... La sua Parola ci dice di non temere alcun male, ci dice che la vita vale più del cibo, e il corpo più del vestito. Di questi tempi magri, ci dice che Dio riveste con Amore i fiori dei campi, e non dimenticherà i suoi figli. Chi rimane nell'Amore di Dio (chi lo ascolta), non ha da temere nulla.

Ti prego, mio Signore, in questo giorno ubriacami con il tuo pane.

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