domenica 25 dicembre 2011

La grazia e la verità


Dal Vangelo secondo Giovanni
In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l'hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.

Uno dei tanti temi di questo brano di Giovanni è la conoscenza


Credere in Dio, in estrema sintesi, vuol dire conoscerlo. Certo, conoscere Dio è una grande presunzione, razionalmente impossibile per la nostra limitatezza (sia fisica, sia di pensiero). Forse per questo è più corretto dire "cercare di conoscerlo". Lo scopo del nostro movimento (primo raggio) è per questo motivo la ricerca di Dio ("Ogni raggio ha sete di Luce"). Ma esiste un mezzo per avvicinarsi alla sua conoscenza, ed è la Parola di Dio. Per questo la prima cosa da fare (secondo raggio) è la preghiera. E la prima forma di preghiera è appunto la conoscenza. Approfondire la Parola. La Parola è l'estrema sintesi di Dio, la definizione prima che ne da Giovanni nel suo Vangelo. Dio, prima ancora che manifestazione di potenza, prima che Luce, prima ancora che creatore, è Parola. Non ci può essere liturgia senza la Parola. Non si manifesta in noi, se non nella Parola. Impossibile capire la Parola, come comprendere l'estrema ubbidienza del Figlio, che dalla sua onnipotenza si umilia fino a nascere bisognoso di tutto, rifiutato dal mondo che non ha posto nell'albergo. Come comprendere oggi un Dio che si accontenta dei nostri limiti, della nostra mangiatoia? Ancora di più, non è che si accontenta, Lui "ha bisogno" della nostra mangiatoia! Comprendere è impossibile, ma almeno avvicinarsi alla Parola ci può aiutare ad ascoltare le risposte del Signore.

Che la nostra anima ogni giorno faccia vivere un Natale, donando al Signore anche un solo freddo angolo del cuore per accoglierlo, e farci riscaldare e illuminare dai suoi raggi. Buon Natale

Fà che possiamo accogliere nel nostro piccolo cuore quello grande di Gesù

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