venerdì 14 marzo 2014

Se la vostra giustizia

Dal Vangelo secondo Matteo
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: Stupido, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: Pazzo, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare, va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo!».
 
Come fa la giustizia di Cristo a superare quella di scribi e farisei? Come abbiamo visto ieri, la chiave di lettura sta nella relazione. La Legge è nella relazione. Non sono singoli precetti, ordini, comandi, obblighi. Ma sono un mezzo per comprendere la relazione con gli altri. Quindi peccato non è più l'omicidio (un singolo atto), ma adirarsi con il fratello (una relazione). Allo stesso modo, Gesù non dice "se hai qualcosa con tuo fratello (un singolo atto), ma "se tuo fratello ha qualche cosa contro di te (mettersi nei panni del fratello: una relazione).
Anche s. Francesco insiste sulla relazione (FF 174) Beato il servo che tanto è disposto ad amare il suo fratello quando è infermo, e perciò non può ricambiargli il servizio, quanto l’ama quando è sano, e può ricambiarglielo. Beato quel servo che tanto amerebbe e temerebbe un suo
fratello quando fosse lontano da lui, quanto se fosse accanto a lui, e non direbbe dietro le sue spalle niente che con carità non possa dire in sua presenza.

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