mercoledì 5 settembre 2012

Per questo sono stato mandato


Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.

Il vangelo di oggi, in continuità con i giorni scorsi, ha per tema le guarigioni di Gesù. Oggi vorrei porre l'attenzione sull'aspetto della "malattia come prova", come descritto nel settimo raggio da Ogni raggio sa che rinasce dopo la tempesta. La prova porta il suo senso "fuori da sé", si comprende solo se si osserva "il suo scopo". Per cui, anche la guarigione, non ha lo scopo SOLO di risanare il fisico, ma nell'opera di Gesù serve sempre ad altro: lo scopo è annunciare la buona novella ("per questo sono stato mandato"), e il mezzo della guarigione ha lo scopo di "amplificare meglio" questo messaggio. Come diceva Chiara (FF 2832) Il beato Francesco poi, costatando che, nonostante la debolezza e fragilità del nostro corpo, non avevamo indietreggiato davanti a nessuna penuria, povertà, fatica e tribolazione, né ignominia o disprezzo del mondo, che, anzi sull’esempio dei santi e dei suoi frati, tutto ciò stimavano sommo diletto, molto se ne rallegrò dal Signore.

Ti prego, mio Signore, aiutami a comprendere la mia prova.

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