mercoledì 12 settembre 2012

Beati voi, poveri


Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

Le beatitidini sono un po' una "summa" del messaggio evangelico. Non basterebbero quintali di pagine del blog per avvicinarsi al suo gusto. Ma oggi proviamo solo a evidenziare la sua lode all'umiltà, come descritta nel quinto raggio da Ogni raggio era freddo. Francesco d'Assisi è quasi l'emblema di questo senso, l'essere povero che diventa lode a Dio, invece che disprezzo: (FF 48) Lo spirito del Signore invece vuole che la carne sia mortificata e disprezzata, vile e abbietta, e ricerca l’umiltà e la pazienza e la pura e semplice e vera pace dello spirito.

Cerchiamo di imparare da lui come la povertà non è un limite, ma una grazia che viene da Dio

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