lunedì 27 agosto 2012

Guai a voi, ipocriti


Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù parlò dicendo:
«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi.
Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso».

Questo brano di Matteo ci stimola a riflettere sul tema della sincera umiltà, come descritta nel quinto raggio da Ogni raggio era freddo. Gesù, nel criticare l'ipocrisia di scribi e farisei, ci invita a guardare con semplicità alle cose, a dare il giusto valore, anche di fronte al giuramento. Non guardare il valore materiale delle cose (l'oro del tempio, l'offerta dell'altare), ma all'importanza agli occhi di Dio (il tempio come "casa" di Dio, l'altare come luogo dell'offerta). Lo stesso deve valere anche nella nostra vita, come ci insegna Francesco.

Ti prego, mio Signore, in questo giorno insegnami a dare il giusto valore alle cose.

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