Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
Questo dolce brano di Marco ci illumina sulla bellezza del nostro gruppo, secondo Ogni raggio insegue sconosciute traiettorie. Guardando il cielo, quando si presenta qualche nuvola, ogni raggio ha una direzione particolare, sconosciuta, dinamica (in base al movimento della nuvola o l'incolinazione del sole). Allo stesso modo, ognuno di noi, che è un raggio, ha caratteristiche e doni particolari, sconosciuti e dinamici. Il bello è che Dio ci ama con tutti i nostri doni, sia i pregi che i difetti. Questo brano esprime i problemi del gruppo: nonostante sia sempre privilegiato da Gesù (Insegnava infatti ai suoi discepoli), i suoi discepoli "non capivano queste parole" e "avevano timore", "tacevano", "avevano discusso tra loro", insomma litigavano per primeggiare. Tutte cose che avvengono normalmente in ogni gruppo, niente di preoccupante. Quanti gruppi con belle intenzioni si sfaldano di fronte alle discussioni? Ma la risposta, geniale, la dà come sempre Gesù, con la dolcezza che contraddistingue Marco (abbracciando un bambino) ed è un insegnamento per noi, per come vivere insieme la nostra missione: «Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti». E' con l'umiltà che si vive meglio, e si risolvono problemi insormontabili. L'umiltà che ci insegnano i bambini.
Ti prego, mio Signore, in questo giorno donami l'umiltà per vivere meglio la mia famiglia.
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