Dal Vangelo secondo Marco
In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all'altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t'importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
Il Vangelo di Marco è sempre denso di dettagli "umani" di Gesù, per cui oggi ci soffermeremo sul raggio Il raggio è fatto uomo. Il primo raggio della nostra regola, nel descrivere il nostro scopo (che è Dio), dipinge questo Dio secondo le immagini del Vangelo. Tra queste, l'umanità di Gesù che emerge dalle scritture: un uomo che stancava ("lo presero così com'era", "dormiva", "lo svegliarono" tanto il sonno non capiva la burrasca). Era sera, il giorno era stato pieno di impegni, e l'uomo (giustamente) è stanco. Di fronte alla stanchezza di Dio, spesso noi siamo come i discepoli. Prima lo "aiutiamo" ("lo presero con sé" - ritorna il tema della barca, l'aiuto a Dio), ma poi basta poco per dubitare di Lui ("non t'importa..."). Dio pone il tema della paura come una "mancanza di fede". La stessa paura del paralitico, che non gli consentiva di muoversi dalla barella, che viene perdonata come fosse un peccato. Dall'umanità e dalla stanchezza di gesù dovremmo meglio capire la nostra paura, se a volte non è mancanza di fiducia.
Ti prego, mio Signore, in questo giorno fammi fidare di te, anche se ti vedo stanco
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