lunedì 5 dicembre 2011

Prendi il tuo lettuccio


Dal Vangelo secondo Luca
Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. 
Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza. 
Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?». 
Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire Ti sono perdonati i tuoi peccati, oppure dire Àlzati e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te - disse al paralitico -: àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio. 
Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose».

Questo brano di Luca ci ricorda il senso della memoria


Al paralitico, Gesù dice anzitutto di alzarsi. Poi dice di prendere il proprio lettuccio, e tornare a casa sua. Il lettuccio simboleggia il suo passato di malattia, che per rendere gloria a Dio non può essere dimenticato. Da qui, una delle caratteristiche della nostra preghiera deve essere, appunto, la memoria. Osservando ogni tanto i nostri lettucci, ci possiamo ricordare dell'immensa misericordia di Dio!

Ti prego, mio Signore, di aiutarmi a fidarmi di più di te... 

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