sabato 19 novembre 2011

Degni della vita futura


Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi - i quali dicono che non c'è risurrezione - e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C'erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie». 
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.

Questo brano di Luca ci descrive una delle caratteristiche della famiglia dei raggi:


Il terzo raggio della regola si concentra sulla descrizione del gruppo, di coloro che sono sudditi dello stesso Re. "Venga il tuo regno", come il luogo in cui i sudditi, per la loro fede, per la preghiera, per le opere e per il loro stare insieme, sono riconosciuti degni della vita futura. Una vita in cui non ci sono gli schemi mentali a cui siamo abiatuati, non c'è l'oppressione della ricchezza, non ci sono legami di parentela, non ci sono mogli o suocere. Quello che unisce il gruppo, è la certezza di divenire simili agli angeli.

Ti prego, mio Signore, in questo giorno di assaporare il piacere del tuo calore, in compagnia dei fratelli che mi hai donato.

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